Dr.ssa E. Viora
Un sintomo che può avere diverse cause.
Nei primi tre mesi di gravidanza si verificano nel 10-25% delle donne delle perdite di sangue dai genitali meglio definite come “perdite ematiche vaginali”. Esse sono un sintomo (cioè appunto delle perdite di sangue dalla vagina) che può essere dovuto a diverse cause:
senza una patologia: spesso è in corrispondenza del ciclo mestruale mancato (i vecchi ostetrici lo chiamavano “segno di Hortmann”), dura poco e non dà dolore;
– rottura di un vaso della decidua parietale (della parete uterina) e non comporta alcun rischio per la gravidanza;
– patologia del collo uterino (polipo cervicale, ectopia sanguinante della portio) e non comporta alcun rischio per la gravidanza;
– distacco del chorion frondosum (quello che poi formerà la placenta) e in tal caso vi è un rischio elevato che la gravidanza si interrompa, perché ľembrione/feto non riceve più il nutrimento che gli deriva dal sangue portatogli attraverso la placenta ed il cordone ombelicale;
– segno clinico di una gravidanza che si è già interrotta (aborto interno, uovo anembrionato), ma il danno si è già verificato e il sintomo “perdite ematiche” è solo un segnale di ciò che il nostro corpo sta facendo: mandare alľesterno il sacco ovulare perché la gravidanza si è già interrotta;
– segno clinico di altre patologie della gravidanza: gravidanza extra-uterina, mola vescicolare.
Nella gran parte dei casi le perdite ematiche non indicano che la gravidanza non vada bene, ma spesso ľunico modo per saperlo è fare un esame ecografico, in quanto con la visita ginecologica (anche con ľintroduzione dello speculum) è possibile escludere (o diagnosticare) le patologie del collo e della vagina, ma non è possibile valutare le condizioni delľembrione/feto.
Se con ľecografia (spesso è utile eseguirla per via transvaginale) si visualizza ľembrione e ľattività cardiaca (cioè si vede che ľembrione/feto è vivo) nel 90-95% dei casi la gravidanza proseguirà bene senza che si verifichi successivamente un aborto.