Dr.ssa Paola Mora
Possibili cause di vulnerabilità tra i medici.
Vi sono varie ipotesi. Sono quelli più a rischio che si autoselezionano per fare il medico? Certe caratteristiche dei medici aumentano il rischio? Il contatto ripetuto con i pazienti li esaurisce? I medici hanno più difficoltà nel fidarsi degli altri e nel confidarsi? Essere medici aumenta il rischio perché i medici sono più riluttanti degli altri nel cercare aiuto? I medici non hanno nessuno con cui parlare delle loro preoccupazioni? Sono troppo orgogliosi?
Le caratteristiche dei medici che possono aumentare il rischio di vulnerabilità psicologica è stato esaminato in uno studio condotto su studenti che sono stati valutati psicologicamente durante ľUniversità. Questo studio includeva un follow up di trenťanni e ha dimostrato che i medici, soprattutto quelli coinvolti nella cura diretta del paziente, avevano più probabilità rispetto ai controlli simili dal punto di vista socio-economico di avere matrimoni infelici, di fare uso di alcol e di droga e di avere necessità di una psicoterapia. Questo studio ha anche dimostrato che i medici avevano più probabilità di presentare tratti di dipendenza, pessimismo, passività e dubbi su se stessi: gli autori concludono che i problemi hanno una maggiore probabilità di manifestarsi quando i medici chiedono a se stessi più di quanto hanno ricevuto.
Alcune caratteristiche della personalità correlate con questi risultati sono ampiamente condivise dai medici. Una delle caratteristiche è il perfezionismo. Il perfezionismo può condurre alla coscienziosità durante gli studi in medicina e ad un approccio clinico corretto ma può anche dar luogo ad un atteggiamento di non perdono quando gli errori inevitabilmente succedono. La paura di conseguenze medico-legali può esacerbare questa disperazione a proposito degli errori dei medici. A questo proposito sono state effettuate interviste approfondite con dei medici riguardo ľimpatto psicologico subito dopo aver commesso un errore clinico. É stato constatato che i medici provavano una profonda disperazione per avere commesso ľerrore. Benché riconoscessero ľubiquità degli errori nella pratica clinica ritenevano peraltro di non poterne parlare con i colleghi e provavano una sensazione di mancanza di supporto quando comunicavano ai colleghi questi sentimenti. Il perfezionismo e la competizione che si crea durante il training in medicina, sono le ragioni chiave di questa sensazione di disperazione riguardo agli errori clinici.
Il processo del training medico è la causa di uno stile di vita malsano? Durante il training i medici sono spinti a sopportare la cronica deprivazione da sonno che può portare ad un danno delle capacità cognitive e a fragilità emozionale. Inoltre, sia durante gli studi di medicina che durante la specialità, i medici vengono introdotti alla mentalità medica di prendere le distanze dal paziente, di lavorare sempre di più senza lamentarsi e di imparare a compartimentalizzare i sentimenti. La cultura della medicina è tale che in essa si mescolano il perfezionismo e gli standards del drogato da lavoro. Molte istituzioni approvano orari lunghissimi e insensibilità verso se stessi. I medici sono incoraggiati a non far caso a se stessi e a negare i propri bisogni. Il processo delľeducazione medica può scatenare meccanismi di difesa che rendono difficile chiedere aiuto.
Inoltre, il campo della medicina porta con sé stress unici, cioè ľavere a che fare con intense emozioni che riguardano la sofferenza, la paura, la sessualità, la morte, il contatto con pazienti problematici che esigono attenzione e ľincertezza pervasiva dovuta ai limiti delle conoscenze mediche. I medici spesso lottano durante il periodo di addestramento e negli anni successivi per rendersi insensibili a queste emozioni. Molti rispondono allo stress delľaddestramento con la depressione, con uso di sostanze e con conflitti coniugali. Altri possono avere se non una evidente malattia mentale almeno dei segni di problemi psicologici. Sono stati altresì analizzati i problemi che i medici hanno durante ľaddestramento e che comprendono, in modo praticamente universale, la sensazione di episodica incapacità cognitiva, di rabbia cronica, di cinismo pervasivo, di discordia familiare.
Una mentalità da macho pervade la medicina: ci si aspetta che i medici siano forti e sostengano gli altri, ma molti dottori ritengono che non sia accettabile rivelare la propria debolezza e vulnerabilità agli altri. Una silenziosa ma terribile collusione nasconde il dolore, nasconde la depressione.
La difficoltà nel porsi limiti appropriati è un’altra caratteristica frequente tra i medici. Comunemente ci si aspetta che i medici siano disponibili quando servono e ciò può condurre a un senso di obbligazione che rende difficile porre dei limiti senza provare un profondo senso di colpa. Ľaddestramento medico non osserva limiti di tempo: ottanta ore di lavoro alla settimana sono considerate normali. Anche ľautonegazione è molto frequente, specialmente durante gli anni di addestramento: i medici diventano maestri nel posporre la gratificazione. Molti studenti e tirocinanti passano anni cercando di far fronte alľelevato livello di richieste necessario in medicina, spesso convincendosi che in futuro saranno ricompensati con una vita più felice e più equilibrata. Ma le capacità orientate a raggiungere lo scopo che si sviluppano durante il periodo di addestramento, non spariscono automaticamente con la fine di esso. Così, ľapproccio orientato allo scopo porta a trascurare fonti alternative di gratificazione e di autostima: pertanto dopo il periodo di addestramento i medici possono non aver nessun modo di trovare un equilibrio significativo tra il lavoro e le altre attività della vita.