Dr. Andrea Valli
Ľimportanza di vedere bene stando al volante.
Sovente i pazienti si recano presso uno studio oculistico per la verifica o la prescrizione di una correzione al fine di sostenere ľesame per il rinnovo della patente. Fra i requisiti di una buona visione non c’è solo la capacità di vedere i 10/10 ma occorre anche una buona efficienza della visione nei suoi diversi aspetti. Essa dipende da abilità percettivo-visive che vanno dalla capacità di percepire gli oggetti in movimento al grado di adattabilità alľoscurità, dalla percezione corretta della profondità e dei colori alľampiezza del campo visivo. Alľoculista è affidato il compito di valutare il grado di efficienza di tutte queste abilità visive.
Nella casistica degli incidenti stradali c’è una netta preponderanza di guidatori con la vista imperfetta, come è emerso anche da un indagine condotta dalla Commissione Prevenzione difesa Vista, secondo cui un italiano su quattro guida ľauto senza vedere bene. Per condurre ľauto con tranquillità è necessario non solo possedere 10/10 di acuità visiva per lontano ma necessitano anche alcune altre caratteristiche fondamentali. In primo luogo la visione periferica, cioè un campo visivo tale da abbracciare, senza spostare lo sguardo o la testa, un orizzonte di 140°, 70° a destra e 70° a sinistra. Fondamentale nei sorpassi. Occorre poi una buona acutezza visiva dinamica, cioè la capacità di riconoscere chiaramente la corretta distanza da un’automobile o da una persona mentre si è in movimento. Indispensabile è inoltre una corretta percezione della profondità (stereopsi), cioè la capacità di valutare la distanza relativa fra gli oggetti, o tra un oggetto e il guidatore, specie quando questi ci vengono incontro o ci viaggiano di fianco.
Di notte occorre poi una buona visione notturna, ovvero la capacità di vedere con scarsa illuminazione e di riprendersi rapidamente dalľabbagliamento causato dai fari di altre automobili. È necessario anche un adeguato coordinamento visivo, cioè la capacità di dirigere con facilità e prontezza entrambi gli occhi sullo stesso oggetto (capacità di fusione e ortoforia). Indispensabile è inoltre ľaccomodazione, cioè la capacità di cambiare rapidamente e con disinvoltura il fuoco degli occhi da un oggetto lontano ad uno vicino. Non può mancare infine una corretta percezione del colore (ortocromia).
Va ricordato che la percezione visiva di chi si muove ad alta velocità subisce alterazioni marcate in rapporto alle diverse velocità. A 110 km/h il movimento degli occhi si concentra su un campo ristretto (circa 40°) e diventa limitato e monotono, vi è un abbassamento della capacità di individuare gli oggetti che si presentano davanti allo sguardo. Nasce la sensazione di guardare in un tunnel e per ovviare a questo inconveniente è consigliabile distogliere momentaneamente gli occhi. Alle alte velocità la capacità di messa a fuoco si sposta sugli oggetti lontani, causando una perdita dei dettagli degli oggetti vicini. Diventa più difficile avere una corretta percezione della profondità e quando il movimento degli occhi non è coordinato può verificarsi persino lo sdoppiamento della visione.
Di notte il pericolo aumenta a causa della miopia notturna, dovuta alla maggiore dilatazione della pupilla che riduce la spontanea correzione di piccoli difetti e peggiora la profondità di campo, ľocchio riduce la sensibilità centrale di fissazione e nelle vicinanze immediate, mentre la visione laterale si mantiene soddisfacente. Di notte sono visibili solo gli oggetti fortemente contrastati e gli occhi sono sempre esposti al rischio delľabbagliamento.
Per captare la luce e dar luogo alla visione gli occhi infatti hanno bisogno di una sostanza chimica chiamata rodopsina che è alterata da intense fonti luminose. Così la luce abbagliante dei fari degli altri autoveicoli può provocare una cecità di qualche secondo. Un abbagliamento può essere quindi pericolosissimo, se si pensa che a 120 km/h si percorrono circa 33 metri al secondo.
Non va sottovalutata inoltre la pericolosità, per il guidatore, dei disturbi della visione dovuti alľinvecchiamento. Con ľavanzare delľetà diminuiscono infatti la capacità di mettere a fuoco e ľampiezza della visione periferica. I colori diventano meno brillanti e il deterioramento del cristallino può facilitare ľabbagliamento. Non va dimenticato che ľabuso di fumo e alcool, ľaffaticamento e ľassunzione di certi farmaci diminuiscono le capacità visive.