Effetti collaterali non desiderati a livello oculare.
Dr. Andrea Valli
Esistono molteplici interazioni tra i farmaci utilizzati per la cura di molte patologie sistemiche, che possono provocare effetti collaterali non desiderati a livello oculare. Questi effetti possono essere provocati dalľazione diretta del farmaco, ma sovente sono una conseguenza di una patologia presente, o talora latente e misconosciuta, delľapparato oculare. Ľeventuale comparsa di manifestazioni oculari in corso di terapie generali necessita di una revisione della terapia stessa, con sua sospensione o riduzione del dosaggio, per valutare una regressione della complicanza oftalmica.
Le manifestazioni degli effetti collaterali si possono osservare a carico di tutte le strutture delľapparato oculare.
A livello orbitario e muscolare estrinseco si osservano: ptosi, diplopia, strabismo paralitico, nistagmo e talora blocchi muscolari miastenici. A carico delle palpebre troviamo: blefarite, blefarocongiuntivite, riduzione della secrezione lacrimale sino alľocchio secco, congiuntiviti, edemi palpebrali, alterazioni del colore e della crescita delle ciglia, modificazione della pigmentazione cutanea. Sulla cornea possono comparire: cheratite, recidive di manifestazioni erpetiche, miopizzazione da edema corneale, depositi corneali. Si può assistere ad aumento del tono endoculare sino al glaucoma conclamato o a crisi di glaucoma acuto; effetti di tipo midriatico o miotico sono frequenti.
Il cristallino si può opacizzare con conseguente comparsa di cataratta o di depositi interni. A carico della retina si possono osservare occlusioni vascolari retiniche, emorragie, edemi, maculopatie. Il nervo ottico può essere coinvolto con neuropatie tossiche, atrofie ottiche, edemi della papilla, otticopatie ischemiche.
Solo un’anamnesi corretta ed una adeguata informazione da parte del medico su tutti i farmaci assunti dal paziente, anche i più banali, possono permettere di chiarire quadri a volte complicati, altre volte curiosi. Un esame oculistico preventivo diviene essenziale in caso di trattamenti prolungati per patologie croniche (terapie antitubercolari o antireumatiche) oppure se si utilizzano farmaci ad elevata tossicità (chemioterapici, etambutolo, idrossiclorochina, tioridazina).
Corticosteroidi
Tutte le strutture oculari possono subire alterazioni con ľinsorgenza di miopia transitoria, edema della papilla del nervo ottico, esoftalmo, ptosi, midriasi; patologie erpetiche palpebrali o corneali si possono riattivare; è frequente ľinsorgenza di cataratta e di glaucoma. Ľeffetto più frequente è proprio ľinsorgenza di una cataratta sottocapsulare posteriore come conseguenza di una somministrazione sistemica e talvolta anche topica. Non sembra possibile evidenziare un rapporto tra la dose, la durata del trattamento e la comparsa della cataratta.
Esiste sicuramente una sensibilità personale che fa si che alcuni soggetti presentino una maggiore frequenza di formazione di cataratta anche con terapie brevi, mentre altri soggetti non evidenziano lo stesso effetto neppure con terapie più prolungate. Una volta insorte, le opacità del cristallino possono regredire se la cura viene sospesa, o il dosaggio ridotto, e viene instaurata una terapia locale e generale con farmaci anti radicali liberi.
Ľeffetto più frequente, più insidioso e meno gradito, è il verificarsi di un glaucoma iatrogeno, sovente occulto. Trattamenti di quattro volte al dì per sei settimane di colliri a base di betametazone possono portare la pressione endoculare a valori superiori a 30 mmHg nel 5% dei pazienti e a valori patologici nel 35 % di soggetti in terapia. Il 90 % di pazienti affetti da glaucoma ad angolo aperto è sensibile alľinstillazione di colliri steroidei. I familiari discendenti di pazienti glaucomatosi manifestano una marcata sensibilità ai cortisonici. I farmaci per uso sistemico presentano un’incidenza inferiore ai colliri nel provocare il glaucoma e stimolano maggiormente la formazione di cataratta. Se si evidenzia un’alterazione del tono oculare è spesso sufficiente la sospensione del trattamento per riportare i valori nella normalità; talvolta può non accadere ed è necessario pertanto instaurare terapie adeguate e sottoporsi ad un iter di valutazione diagnostica per il glaucoma.
Estrogeni/Progestinici
Combinazioni di androgeni e progesterone possono aumentare ľincidenza di tromboflebiti, emicrania e pseudotumori cerebri. Durante ľimpiego di questi farmaci è stata rilevata anche una ridotta tolleranza alle lenti a contatto, per modificazioni quali-quantitative del film lacrimale. Teoricamente possono causare una progressione della retinite pigmentosa. Le patologie vascolari retiniche costituiscono una controindicazione relativa per il rischio di accidenti vascolari ed il loro uso in tali casi deve essere valutato attentamente. É stata anche riscontrata ľinsorgenza di neurite ottica.