Si fa presto a dire allergia

Di fronte aย  disturbi ricorrenti e/o imprevedibiliย  il primo pensiero del paziente vieneย  spesso indirizzato a qualcosa di estraneo alฤพorganismo: โ€œsarรฒ allergico?โ€
In molti casi il sospetto si rivelerร ย  fondato,ย  ma in alcune ย situazioni clinicheย  si potrebbe erroneamente sovrastimare la responsabilitร  delฤพallergia a scapito di altre patologie.

Le reazioni allergiche (o da sospetta causa allergica) devono innanzitutto essere trattate e guarite con la terapia farmacologica antireattiva eย  -quando possibile-ย  con ฤพimmediata sospensione del contatto tra allergene e malato (ad es.: interrompere un farmaco,ย  allontanarsi dal gatto, ecc.).ย 
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Ma non sempre รจ immediato il riconoscimento delย  rapporto di causa/effetto: lo stimolo (allergenico) non รจ evidente oppure il contatto รจ rimasto occulto oppure si รฉ verificatoย  molte ore prima delฤพinizio dei disturbi.
In questi casi si procede al trattamento farmacologico anti-reattivo, i cui presidi – impiegati con modalitร  di volta in volta adeguate alla reazione allergica che si sta osservando-ย  sono in parte tipici delle reazioni allergiche (antistaminici, adrenalina) e in parte comuni adย  altre situazioni cliniche della medicina ฤurgenza (steroidi,ย  broncodilatatori, accesso venoso,ย  soluzione fisiologica,ย  ossigeno, assistenza ventilatoria ed altre risorse).
Superata la fase acuta, si procede alla diagnostica allergologica.ย  Per giungere alla conclusione diagnosticaย  si utilizzano accertamentiย  (esame clinico, testย  in vivo, ย test in vitro, esami strumentali) di complessitร  crescente con ฤพobiettivo di ottenere una diagnosi di certezza oppure di esclusione. Il procedimento viene illustrato al paziente nel corso della consultazione specialistica.
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Talvolta la narrazione clinica del paziente รจ fortemente suggestiva per allergia e gli esami allergologici hanno solo lo scopo di confermare la sensibilizzazione che appariva giร  evidente alฤพanamnesi. E se ฤพiter diagnostico non ha consentito ฤพindividuazione di una sensibilizzazione (โ€œi test sono risultati negativiโ€) ma la storia clinica persiste suggestiva per allergia, siย  dovrร  concludere che i test sono negativi maย  solo โ€œper gli allergeni testatiโ€: ฤพallergia rimane sospettataย  ma non รจ stata dimostrata!
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Ma anche di fronte alla positivitร  dei test allergometrici occorre effettuare una corretta interpretazione. Infatti,ย  quando si individuano una o piรน sensibilizzazioni in un determinato paziente, prima di concludere ฤพiter diagnostico e instaurare la terapia specifica (soprattutto nel caso della terapia iposensibilizzante) deve apparireย  forte la correlazioneย  tra i sintomi manifestati e ฤพallergene individuato. Se ฤพinsorgenza dei sintomi (ricorrenti o cronici) o delle reazioni (acute) non correlano con il tipo di allergene si rende opportuna una revisione della diagnosi: nonostante la sensibilizzazione, potrebbeย  non essersi trattato di allergia!
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Infine, vi sono casi nei quali la storia clinica nel suo complesso e i test diagnosticiย  negativiย  consentonoย  diย  concludere che non si รจ trattato di allergia. In questi casi la diagnostica allergologica dovrร  proseguire, ampliare ฤพorizzonte e considerare le principali cause internistiche potenzialmente correlabili ai disturbi (o alleย  reazioni acute) che ha manifestato quellaย  determinata persona. E ฤพallergologo dovrร  prendere in considerazione anche altri meccanismi -in alternativa a quelli IgE mediati che sono stati esclusi-ย  per interpretare i sintomi che si erano presentati simulando unโ€™allergia.ย  In definitiva,ย  tra i compiti della valutazione allergologicaย ย  viย  รจ ancheย  ฤพinterpretazione e la terapiaย  dellaย  “non-allergia”.

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