Le malattie reumatiche di tipo degenerativo hanno grande impatto epidemiologico, ma limitate conseguenze extra-articolari.
Le malattie reumatiche di tipo infiammatorio hanno minore impatto epidemiologico ma i fenomeni immunitari e auto-immunitari espongono al rischio di complicanze extra-articolari.
Le differenti (e alquanto numerose!) malattie reumatiche provocano sintomatologia variabile per sede anatomica coinvolta, per gravità dei disturbi (dolore articolare ed extra-articolare), per le possibili conseguenze funzionali (rigidità, deformità articolari, anchilosi,) e per il potenziale impegno sistemico (complicanze polmonari, renali, neurologiche, cardiovascolari, ematologiche).
Le anomalie fisiopatologiche sono sostanzialmente riconducibili a due meccanismi molecolari e cellulari, degenerativo o infiammatorio.
In realtà, vi sono anche alcune malattie reumatiche nelle quali non si documentano alterazioni degenerative o infiammatorie (almeno con le indagini di uso clinico diagnostico), pur in presenza di importante sintomatologia dolorosa e riduzione della funzione muscolare e della capacità lavorativa (ad es.: fibromialgia).
Le malattie reumatiche infiammatorie, pur essendo meno frequenti delle forme degenerative, rappresentano il gruppo più impegnativo, se consideriamo ľinterferenza che esse possono esercitare sulla vita del paziente (dolore anche a riposo, stanchezza, limitazione della capacità lavorativa, complicanze) e ľimpegno richiesto al sistema sanitario (diagnosi, stadiazione, scelta della terapia, monitoraggio della terapia, prevenzione e terapia delle complicanze internistiche).
Nelľambito delle malattie infiammatorie, differenti considerazioni (diagnostiche terapeutiche e prognostiche) si possono fare per le forme sostenute principalmente da eventi molecolari e cellulari propri della “immunità innata” (es.: artrite gottosa, artrite infettiva) e per le forme associate anche a fenomeni propri della “immunità acquisita” (es.: alcune forme di vasculite) e della “auto-immunità acquisita” (es.: artrite reumatoide, connettiviti).
In tutti i gruppi di patologia infiammatoria sono presenti differenti citochine infiammatorie, espresse in variabili quantità a seconda della singola malattia. Me le sfumature tra i due meccanismi (immunità innata e immunità acquisita) sono numerose.
La differenza principale consiste nel fatto che nelle malattie associate alla risposta immunitaria acquista sono anche presenti specifici anticorpi e/o autoanticorpi e/o linfociti T sensibilizzati. Questo ha conseguenze cliniche rilevanti. Infatti, la presenza degli anticorpi condiziona la localizzazione del processo infiammatorio non solo nei vari componenti delľapparato locomotore ma anche -con variabile frequenza e differenti gradi di gravità- nel tessuto connettivo degli organi viscerali. La ricerca degli anticorpi è una fase importante, ancorché non essenziale, del processo diagnostico.
Ľobiettivo della terapia, in tutti i casi di patologia infiammatoria, è eliminare la causa (quando possibile, es.: microcristalli, agenti infettivi), modulare la risposta immunitaria (innata o acquisita) o auto-immunitaria, trattare la sintomatologia dolorosa, prevenire e trattare le eventuali complicanze extra-articolari e sistemiche.
Le malattie reumatiche di tipo infiammatorio hanno minore impatto epidemiologico ma i fenomeni immunitari e auto-immunitari espongono al rischio di complicanze extra-articolari.
Le differenti (e alquanto numerose!) malattie reumatiche provocano sintomatologia variabile per sede anatomica coinvolta, per gravità dei disturbi (dolore articolare ed extra-articolare), per le possibili conseguenze funzionali (rigidità, deformità articolari, anchilosi,) e per il potenziale impegno sistemico (complicanze polmonari, renali, neurologiche, cardiovascolari, ematologiche).
Le anomalie fisiopatologiche sono sostanzialmente riconducibili a due meccanismi molecolari e cellulari, degenerativo o infiammatorio.
In realtà, vi sono anche alcune malattie reumatiche nelle quali non si documentano alterazioni degenerative o infiammatorie (almeno con le indagini di uso clinico diagnostico), pur in presenza di importante sintomatologia dolorosa e riduzione della funzione muscolare e della capacità lavorativa (ad es.: fibromialgia).
Le malattie reumatiche infiammatorie, pur essendo meno frequenti delle forme degenerative, rappresentano il gruppo più impegnativo, se consideriamo ľinterferenza che esse possono esercitare sulla vita del paziente (dolore anche a riposo, stanchezza, limitazione della capacità lavorativa, complicanze) e ľimpegno richiesto al sistema sanitario (diagnosi, stadiazione, scelta della terapia, monitoraggio della terapia, prevenzione e terapia delle complicanze internistiche).
Nelľambito delle malattie infiammatorie, differenti considerazioni (diagnostiche terapeutiche e prognostiche) si possono fare per le forme sostenute principalmente da eventi molecolari e cellulari propri della “immunità innata” (es.: artrite gottosa, artrite infettiva) e per le forme associate anche a fenomeni propri della “immunità acquisita” (es.: alcune forme di vasculite) e della “auto-immunità acquisita” (es.: artrite reumatoide, connettiviti).
In tutti i gruppi di patologia infiammatoria sono presenti differenti citochine infiammatorie, espresse in variabili quantità a seconda della singola malattia. Me le sfumature tra i due meccanismi (immunità innata e immunità acquisita) sono numerose.
La differenza principale consiste nel fatto che nelle malattie associate alla risposta immunitaria acquista sono anche presenti specifici anticorpi e/o autoanticorpi e/o linfociti T sensibilizzati. Questo ha conseguenze cliniche rilevanti. Infatti, la presenza degli anticorpi condiziona la localizzazione del processo infiammatorio non solo nei vari componenti delľapparato locomotore ma anche -con variabile frequenza e differenti gradi di gravità- nel tessuto connettivo degli organi viscerali. La ricerca degli anticorpi è una fase importante, ancorché non essenziale, del processo diagnostico.
Ľobiettivo della terapia, in tutti i casi di patologia infiammatoria, è eliminare la causa (quando possibile, es.: microcristalli, agenti infettivi), modulare la risposta immunitaria (innata o acquisita) o auto-immunitaria, trattare la sintomatologia dolorosa, prevenire e trattare le eventuali complicanze extra-articolari e sistemiche.