Dr. Alberto Milan, Dr.sse Sara Del Colle e Mimma Caserta
Ľipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio cardiovascolare per la popolazione occidentale.
Cause
Nella maggior parte dei casi (circa il 90%) viene definita ‘essenziale’: essa, compare non per una solo fattore, ma per un concorso di cause quali fattori ereditari, associati ad abitudini di vita poco salubri (dieta ricca di sale, scarsa attività fisica, stress). In circa il 10% dei casi, invece, è possibile identificare una causa per una disregolazione ormonale (es. tiroidea, surrenalica), renale (nefrovascolare o nefroparenchimale), per sostanze voluttuarie come liquirizia ed eccitanti (cocaina e anfetamine) o, più recentemente, farmaci (steroidei o antineoplastici) necessari alla terapia di altre malattie.
Le cause di ipertensione arteriosa secondarie potranno essere identificate attraverso un’attenta raccolta della storia del paziente (anamnesi) ed attraverso ľattento studio del profilo ormonale ove indicato e suggerito dalla storia del paziente.
La diagnosi
La diagnosi di ipertensione arteriosa viene effettuata classicamente dopo due misurazioni effettuate da un medico in cui la pressione sistolica (detta anche massima) sia maggiore uguale a 140 mmHg e/o la diastolica (detta anche minima) sia maggiore di 90 mmHg.
La diagnosi non sempre è da considerarsi semplice: spesso le persone presentano una reazione cosiddetta di ‘allarme’ che porta a rilevazioni pressorie superiori a quelle che realmente abbiamo.
È possibile diagnosticare questa situazione, chiamata “ipertensione clinica isolata”, attraverso il monitoraggio pressorio delle 24h (ABPM): i pazienti affetti da ipertensione clinica isolata presenteranno aumentati livelli di pressione dal medico ma normali livelli di pressione arteriosa al monitoraggio pressorio 24h.
Il monitoraggio pressorio 24h permette spesso di confermare la diagnosi di ipertensione arteriosa: secondo le linee guida britanniche (NICE), infatti, dovrebbe essere utilizzato come test di conferma dopo il sospetto posto dal clinico. Nel caso del monitoraggio pressorio i limiti di normalità sono più bassi (24h <130/80 mmHg, daytime <135/85 mmHg)
Il profilo di rischio cardiovascolare
Posta diagnosi di ipertensione arteriosa, in base al carico pressorio possiamo distinguere un diverso grado di ipertensione arteriosa (grado 1, 2 e 3). Il grado di ipertensione, però ha una valore relativo soprattutto a causa della possibile variabilità e della pressione arteriosa. Risulta pertanto più corretto inquadrare il paziente in classi di rischio cardiovascolare figura 1 in base ai fattori di rischio cardiovascolare (modificabili e non), la presenza di danno ďorgano (renale, cardiaco, cerebrale, vascolare), presenza/assenza di diabete mellito e alle condizioni associate (es. cardiopatia ischemica, insufficienza renale ecc)
Figura 1- Linee Guida Europee dell’ipertensione – Mancia et al. 2013
La disamina
Lo studio del paziente affetto da ipertensione arteriosa sarà rivolto verso diversi obbiettivi.
1. Identificare, quando possibile ed opportuno, le cause di ipertensione arteriosa secondaria, che rappresenterebbero principali cause di ipertensione arteriosa di difficile controllo.
2. Esplorare danno ďorgano:
• cardiaco (ECG e/o ecocardiografia) al fine di identificare la cardiopatia ipertensiva (figura 2)
• renale (creatinina e microalbuminuria)
• vascolare (ecoDoppler TSA e ABI)
• cerebrale (eventuale RMN encefalo quando opportuno)
• oculare, in casi selezionati
3. escludere condizioni associate quali il diabete mellito, cardiopatia (ischemica, scompenso), neurologiche (stroke)
Il trattamento
Effettuato un corretto inquadramento del paziente si potrà procedere al trattamento del paziente che deve avere come obiettivo quello di raggiungere un compenso pressorio commisurato al profilo di rischio del paziente. Il trattamento prevede sempre un approccio non farmacologico, orientato sulla correzione dei fattori di rischio modificabili (sospensione del fumo, incremento delľattività fisica, riduzione del sale nella dieta, sospensione delle sostanze possibilmente implicate nelľinsorgenza di ipertensione (eccitanti, liquirizia, pillola anticoncezionale). Ove ľapproccio non farmacologico non sia efficace o per il profilo di rischio troppo alto non sia opportuno si procede con il trattamento farmacologico.
Ľambulatorio di ipertensione arteriosa avviato c/o CIDIMU si propone di effettuare una disamina di primo livello approfondita al fine di inquadrare in modo accurato il profilo cardiovascolare dei pazienti.
La visita si avvale di una raccolta attraverso la cartella clinica informatizzata ‘HyperMacondo’ per un attenta e dettagliata sintesi dei dati di ciascun paziente.
La maggior parte degli accertamenti (ecg, ecocardio, etg addome, ecoDoppler arterie renali e TSA,MRI encefalo, ecc) sono disponibili alľinterno delľistituto effettuati da professionisti di ottimo livello.