Fattori favorenti
– sesso maschile (lieve predominanza)
– etnie (eschimesi, aborigeni australiani, bianchi ďAmerica versus neri)
– fattori socio/economici (scarsa igiene, malnutrizione, fumo passivo)
– allattamento artificiale (Ig. nel latte materno, posizione più eretta che nelľallattamento al seno)
– stagionalità, legata alla facilità di infezione virale delle vie aero-digestive superiori e, particolarmente, del rinofaringe
– trisomia del 21, velo-palatoschisi (come causa di disfunzione tubarica)
– presenza di allergopatie (molto controversa)
La sintomatologia si riconduce ad una otodinia, associata variamente a rialzo termico, difficilmente superiore a 39° in assenza di complicazioni. Nei lattanti pianto, tendenza a portare la mano alľorecchio, irritabilità ed inappetenza sono spesso i soli sintomi, in assenza di una franca otorrea. I germi patogeni più frequentemente in causa sono Haemophilus Influenzae, Streptococcus Pneumoniae e Moraxella Catarralis. Benché la OMA si risolva spontaneamente nella maggioranza dei casi, la possibilità di complicazioni anche gravi condiziona ľutilizzo di antibioticoterapia ad ampio spettro, con durata del trattamento di almeno sei giorni. Il ricorso alľantibiotico non lesina però dal persistere nelľorecchio patologico di essudato sieroso, in grado di persistere anche tre mesi, responsabile di otite sieromucosa che condiziona una ipoacusia di trasmissione e la possibilità di OMA recidivanti.
Tra le complicanze della OMA vengono ricordate:
- mastoidite, che nel lattante è in verità una attico-antrite per lo scarso sviluppo della pneumatizzazione mastoidea. In forme particolarmente virulente questa può esteriorizzarsi, spostando il padiglione auricolare in basso e facendo scomparire il solco retroauricolare
- paralisi del nervo facciale
- labirintite, spesso nelle OMA che accompagnano malattie esantematiche quali la scarlattina, o dovute ad agenti virali (influenza e parotite)
- complicanze meningee per progressione alla meninge del processo osteitico secondario alla OMA, in grado di determinare un ascesso extradurale (tra osso e meninge) o sottodurale (tra dura madre ed aracnoide). La leptomeningite è conseguenza della progressione della infiammazione agli spazi subaracnoidei, il più delle volte per continuità da una mastoidite o per contiguità attraverso i seni venosi (rete vascolare della dura e della pia madre, tra loro ampiamente anastomizzati)
- tromboflebite del seno laterale, del golfo della giugulare, del seno cavernoso con gravissima sintomatologia settica
- ascesso cerebrale (lobo temporale o cerebellare), spesso cronicizzato da una terapia antibiotica non risolutiva, con sintomatologia sfumata in cui prevalgono i segni di focolaio.