Pubblicato da GRUPPO CIDIMU
Dr.ssa Germana Bartoli e Dr.ssa Lisa Cellini
MAMMOGRAFIA
La mammografia è ľesame con maggiore sensibilità nei tumori in fase iniziale in particolare nelle mammelle prevalentemente adipose e quindi radiotrasparenti. Nella fascia di età 50-69 anni studi di screening hanno dimostrato che la mammografia associata alľesame clinico è in grado di ridurre la mortalità del 30-50%.
È un’indagine radiologica, che utilizza raggi X a basso dosaggio, consentendo uno studio accurato delle mammelle. La tecnologia attuale e ľesperienza del tecnico di radiologia permettono di ottenere un esame di elevata qualità diagnostica, utilizzando una dose di radiazioni particolarmente contenuta.
Ľesame viene eseguito utilizzando un’apparecchiatura radiologica digitale dedicata, il mammografo. La mammella viene posizionata su un apposito sostegno e viene compressa mediante un piatto in materiale plastico detto compressore. Vengono eseguite per ogni esame standard due proiezioni per mammella (cranio-caudale e obliqua medio-laterale); in totale si ottengono quindi quattro radiografie. Ulteriori proiezioni aggiuntive possono essere richieste se necessario. Ľacquisizione delle immagini dura, per ogni proiezione, pochissimi secondi. La compressione del seno è irrinunciabile per una corretta esecuzione delľesame. Complessivamente ľesame dura 10-15 minuti. Non è necessaria alcune preparazione prima delľesame e sarebbe opportuno, il giorno delľesame, non mettere sulla pelle deodorante, profumo o crema.
Nelle donne in età fertile sarebbe preferibile eseguire ľesame nella prima metà del ciclo (2-14°giorno), perché è il periodo in cui il seno è meno gonfio e quindi più facilmente comprimibile; in questa fase è inoltre possibile escludere un’eventuale gravidanza. Nelle donne in postmenopausa ľesame può essere effettuato in qualunque momento.
Il giorno delľesame è importante portare con sé tutta la documentazione riguardante indagini strumentali senologiche eseguite in precedenza, che potrebbero essere di fondamentale importanza per il radiologo.
La mammografia è ľesame più importante per la diagnosi di carcinoma della mammella, se eseguita a cadenza regolare. Tuttavia la metodica non è in grado di riconoscere la totalità delle lesioni neoplastiche (10-20%), avendo una limitata sensibilità nei seni cosiddetti “densi” cioè a prevalenza ghiandolare, in cui ľelevata radiopacità rende difficoltoso il riconoscimento di eventuali segni di tumore.
Ľindagine può e deve essere eseguita, ovviamente a partire dai 40 anni, anche nelle pazienti con impianti protesici per mastoplastica additiva estetica; anche in questi casi la mammografia rappresenta il più efficace strumento di diagnosi precoce del tumore della mammella. Ľefficacia diagnostica di tale esame può essere influenzata dal tipo di protesi impiantata e dalla sua collocazione. In ogni caso è necessario preventivamente informare il personale addetto prima delľinizio delle procedure diagnostiche. Esiste infatti una specifica metodologia che, in caso di impianto sottoghiandolare, prevede più proiezioni della mammella in modo da esaminare il tessuto mammario in tutti i suoi punti.
In queste pazienti il principale metodo di supporto alla mammografia sia nella valutazione del parenchima mammario, che del contenuto della protesi è dato dalľecografia, molto efficace nelľindividuazione di disfunzioni degli impianti.
In caso di mastoplastica ricostruttiva protesica post-mastectomia, in assenza di tessuto mammario residuo, ľecografia rappresenta ľesame di primo livello. Solo in caso di riscontro, in tale indagine, di reperti suggestivi per rottura delľmpianto, si può fare ricorso alla risonanza magnetica.
ECOGRAFIA
Ľecografia della mammella è un’indagine basata sulľemissione di ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità, che non comporta rischi biologici, nemmeno nei soggetti particolarmente sensibili come le donne in gravidanza, e non ha alcuna controindicazione. La sonda che emette gli ultrasuoni viene passata sul seno, cosparso di un sottile strato di gel acquoso. Ľindagine ha una durata variabile da qualche minuto a circa 20 minuti e non necessita di alcuna preparazione. Rappresenta un valido strumento di supporto alľesame clinico e alla mammografia nelle donne asintomatiche (che non avvertono noduli al seno) con seno denso ed in caso di immagini dubbie. Differenzia le lesioni solide da quelle a contenuto liquido (cisti).
Indicazioni:
• studio di reperti clinici e/o mammografici dubbi
• studio di mammelle radioopache (seno denso)
• guida per procedure interventistiche (agoaspirato e centratura preoperatoria di lesioni non palpabili)
• indagine di primo livello nelle donne con meno di 40 anni
• indagine di primo livello negli stati infiammatori e nei traumi
• indagine di primo livello in gravidanza e in allattamento
• studio delľascella nelle pazienti con diagnosi di tumore (in caso di metastasi linfonodale permette di evitare la linfoscintigrafia)
• studio degli impianti protesici
• diagnosi differenziale tra cicatrici e recidive
Pur potendo identificare noduli, anche palpabili, sfuggiti alla mammografia, non può sostituirla perché non riconosce alcuni minimi segni di lesione, fondamentali per la diagnosi precoce, come ad esempio le microcalcificazioni che a volte precedono il cancro di alcuni anni. Ha inoltre limiti nello studio di mammelle molto voluminose e a prevalenza adiposa.