Dr. Antonio Vercelli
Lโosso รจ un organo costituito da una matrice organica e da una massa inorganica. La matrice organica per il 99% รจ costituita da fibre collagene di tipo I, disposte in fibre parallele tra loro, caratteristica questa che garantisce una notevole elasticitร ; per il resto รจ formata da proteoglicani e glicoproteine. La durezza e la consistenza tipica dellโosso รจ dovuta alla massa inorganica , costituita essenzialmente da cristalli di idrossiapatite disposti lungo le fibre collagene. Alla formazione del tessuto osseo concorrono cellule diverse: gli osteoblasti, gli osteociti e gli osteoclasti.
Gli osteoblasti sono delle cellule piuttosto grandi , ricche di fosfatasi alcalina: il loro compito รจ di secernere la matrice organica dellโosso. Una volta espletata tale funzione gli osteoblasti, inglobati nella matrice ossea, si trasformano in osteociti, si riducono progressivamente di volume e perdono la capacitร di sintetizzare la matrice, ma intervengono comunque nella regolazione del rimodellamento osseo, svolgono quindi un importante ruolo nel mantenimento della matrice dellโosso.
Gli osteoclasti hanno dimensioni maggiori rispetto agli osteoblasti ed hanno il compito di rimuovere la matrice ossea.
ร intuitivo che osteoblasti, osteociti e osteoclasti, con funzioni diverse, concorrono a raggiungere un equilibrio dinamico ed un continuo rimodellamento dellโ osso che perdura per tutta la vita ed il tessuto osseo non ha soltanto una funzione di tipo meccanico, ma svolge un ruolo importante nel regolare la concentrazione ematica di calcio e fosforo, anche a costo di depauperare le riserve di tali ioni a livello del tessuto osseo stesso.
Un ruolo importante nel processo di rimodellamento osseo รจ svolto da due ormoni: la calcitonina prodotta dalle cellule C della tiroide รจ responsabile della riduzione della calcemia, mentre il paratormone, agendo sugli osteoblasti, ha un importante effetto anabolico nella formazione della matrice ossea.
Ne consegue che qualunque modificazione dei fattori su citati puรฒ determinare delle conseguenze negative sul rimodellamento osseo e la conseguenza piรน frequente รจ certamente rappresentata dallโosteoporosi.
CLASSIFICAZIONE
Si รจ soliti distinguere tra osteoporosi primitive e osteoporosi secondarie; le osteoporosi primitive sono quella post-menopausale e quella senile. Le osteoporosi secondarie sono la conseguenza di altri disordini patologici. Numerosissime sono le condizioni in grado di provocare una osteoporosi: quelle endocrinologiche ( distiroidismi, iperparatiroidismo, ipercorticosurrenalismo, ecc.), malattie reumatiche, malattie renali, malattie ematologiche, malattie gastrointestinale (epatopatie croniche, celiachia e malassorbimenti, gastropatie, ecc.), malattie respiratorie (BPCO), fumo, anoressia, abuso di alcool, uso di farmaci ( immunosoppressori, i farmaci ormonali inibitori dellโaromatasi impiegati nel carcinoma della mammella, il cortisone, ecc.).
EPIDEMIOLOGIA
Lโosteoporosi rappresenta un evidente problema di tipo sanitario; si stima che ne siano colpite, nel mondo, duecento milioni di persone e la prevalenza รจ nettamente maggiore nelle donne in post-menopausa. Con lโaumentare della vita media รจ parallelamente aumentato il rischio di sviluppare una osteoporosi. Inoltre lโimpiego della densitometria su larga scala ha permesso di riconoscere il problema in misura molto maggiore, rispetto al tempo in cui la diagnosi veniva posta solamente in conseguenza di una frattura senza traumi evidenti o da minimi traumi.
In Italia il 23% delle donne oltre i 40 anni ed il 14% degli uomini oltre i 60 anni รจ affetto da osteoporosi, ma lโaumento del rischio di fratture รจ ancora piรน preoccupante, interessando il 55% delle donne oltre i 50 anni, il 30% oltre i 60 anni, il 45% oltre i 70 anni e il 15% degli uomini dopo i 65 anni.
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio piรน importanti sono rappresentati dalla familiaritร , dallโetร avanzata, dal sesso femminile, dalla menopausa precoce, dalla costituzione minuta, da un ridotto apporto di calcio, da una carenza di Vit. D (scarsa esposizione alla luce del sole), dalla scarsa attivitร fisica, da cattive abitudini voluttuarie (fumo, alcool), uso di determinati farmaci.
Su alcuni di questi fattori di rischio nulla si puรฒ fare, mentre su altri si puรฒ intervenire modificando abitudini di vita non corrette.
SINTOMATOLOGIA
Lโosteoporosi รจ silente sul piano sintomatologico, almeno sino a quando non si verificano fratture, che rappresentano la complicazione piรน importante. Le fratture possono essere evidenziabili allโRX, ma possono essere anche fratture microscopiche, non evidenziabili quindi allโRX, ma responsabili comunque di dolori ossei, soprattutto a carico del rachide. Ovviamente ben diverso รจ il dolore conseguente ad esempio ad un cedimento vertebrale o a una frattura femorale.
PREVENZIONE
La prevenzione dellโosteoporosi deve iniziare dallโadolescenza, con stili di vita corretti, quindi con un buon apporto di calcio con la dieta e con unโattivitร fisica regolare. Certamente il ruolo dellโalimentazione รจ fondamentale e consiste essenzialmente in adeguato apporto di calcio e di Vitamina D, apporto che deve derivare da una dieta equilibrata, nella quale certo non possono mancare il latte ed i suo derivati, non dimenticando una adeguata idratazione con acque minerali ricche di calcio. Lโapporto di calcio giornaliero raccomandato varia in relazione allโetร : nellโinfanzia si aggira intorno agli 800 mg/die, che salgono a 1000-1200 mg/die nellโadolescenza, mentre per una donna in post-menopausa il fabbisogno รจ intorno ai 1500 mg/die. Discorso analogo puรฒ essere fatto a proposito della Vitamina D: รจ abitudine consolidata dei pediatri consigliare lโassunzione di vitamina D nei neonati e in etร infantile. Il fabbisogno di vitamina D tra i 50 ed i 70 anni รจ di circa 400UI/die, per arrivare a 600 UI/die oltre i 70 anni.
Al fine di ridurre il riassorbimento osseo un ruolo cardinale รจ rappresentato dallo svolgere sistematicamente un attivitร fisica regolare, evitando al contempo abitudini voluttuarie quali il fumo e lโabuso di alcol.
Un obiettivo correlato, soprattutto in relazione a pazienti in etร avanzata o comunque affetti da osteoporosi, รจ la prevenzione delle fratture cercando di prevenire le cadute accidentali.
Le cadute accidentali sono legate in parte a dei fattori fisio-patologici quali la perdita di agilitร , lโartrosi, la riduzione della vista, le sindromi vertiginose, le aritmi cardiache, ecc., ma sono anche legate a fattori ambientali, quali ostacoli, tappeti, superfici scivolose o sconnesse. Eโ quindi utile ricordare questi aspetti ed educare i pazienti ed i care givers.
DIAGNOSI
La fragilitร dellโosso viene individuata mediante lโindagine densitometrica. Solo una donna su due affetta da osteoporosi sa di esserlo essendo la perdita ossea assolutamente asintomatica. Lโinquadramento corretto in caso di osteoporosi o di sospetta osteoporosi non puรฒ prescindere da una anamnesi accurata che miri ad indagare i fattori di rischio. Bisognerebbe poi richiedere alcuni semplici esami ematochimici allo scopo di escludere le forme di osteoporosi secondaria.
Il gold standard nella diagnosi dellโosteoporosi รจ rappresentato dalla densitometria ossea con tecnica DEXA (Dual Energy X- ray Absorptiometry). Prima dei 65 anni รจ indicata la valutazione densitometrica a livello della colonna vertebrale lombare (L1-L2-L3-L4), dopo i 65 anni รจ indicata lโindagine a livello del collo femorale. Mediante la densitometria si misura la densitร minerale ossea (BMD) espressa in grammi per centimetro cubo. Il risultato dellโesame densitometrico si esprime nel T-score e nello Z-score. Il T-score indica la deviazione della densitร minerale del soggetto in esame rispetto allโipotetico patrimonio calcico che si ha allโetร di 30 anni. Lo Z-score esprime una valutazione della densitร minerale nei confronti di soggetti di pari etร .
Secondo i criteri espressi dallโOMS si considerano normali i valori di T-score sino a -1; si parla di osteopenia per valori di T-score compresi tra -1 e -2.5 e si parla di osteoporosi per valori inferiori a -2.5.
TERAPIA
Sono disponibili diversi farmaci che, nellโarco degli anni, hanno dimostrato una indubbia validitร nel contrastare la progressione dellโosteoporosi, ma soprattutto hanno dimostrato la possibilitร di ridurre il rischio di frattura. Nellโimpostazione di una corretta terapia non ci si deve perรฒ basare solo ed esclusivamente sul risultato della densitometria (errore di comune riscontro nella quotidianitร ), ma il medico che imposta il trattamento deve necessariamente tenere conto di tutti i fattori di rischio clinici, delle abitudini alimentari e delle abitudini di vita di quel paziente, della familiaritร . Inoltre negli ultimi anni sono stati introdotti, per le donne in menopausa, degli appositi algoritmi che consentono di prevedere il rischio di frattura a 10 anni. Tenendo conto di tutti questi fattori ed utilizzando questi strumenti di calcolo la terapia potrร essere mirata, non dimenticando mai i possibili effetti collaterali ed i rischi connessi con lโuso non corretto di certi farmaci.