Dr. Andrea Valli
La luce puรฒ essere un’alleata o una nemica delฤพocchio a seconda di come la si utilizzi. Essa รจ comunque indispensabile alla vita delฤพocchio.
Da oltre tre decenni molti ricercatori si sono concentrati sullo studio dei rapporti tra luce ed occhi. Giร nel 1980 il professore Ham e i suoi collaboratori, hanno stabilito che il danno retinico causato dalla luce รจ strettamente legato alla lunghezza ฤonda incidente. Nelle lunghezze ฤonda elevate, nel vicino infrarosso, la radiazione risulta poco o per nulla dannosa; le radiazioni con lunghezza ฤonda corta risultano invece estremamente dannose. Il danno retinico da raggi luminosi รจ mediato da effetti meccanici, termici o fotochimici.
La lesione termica (fotocoagulazione), causata da un’esposizione breve ma intensa alla luce o dopo un’esposizione piรน lunga a raggi con una lunghezza ฤonda sufficiente a produrre un aumento della temperatura di almeno 15ยฐC.
La lesione fotochimica deriva da reazioni fotochimiche intraretiniche causate da irradiazioni troppo basse per provocare fotocoagulazione (la temperatura retinica va a 4-5ยฐC). La gravitร del danno provocato dalla luce dipende dunque dalla durata, dall’intensitร e dallo spettro della sorgente luminosa.
ฤฝocchio รจ dotato di meccanismi di difesa individuali:
โข il riflesso di ammiccamento (le ciglia e le sopracciglia sono un sistema di protezione alla luce)
โข la cornea: risulta opaca alle radiazioni con lunghezza ฤonda inferiore a 300 nm; la cornea infatti riflette i raggi
luminosi non incidenti perpendicolarmente alla sua superficie.
โข ฤพiride: piรน รจ scuro il colore delฤพiride e maggiore รจ la protezione per la retina.
โข la miosi: la dilatazione pupillare aumenta il rischio di danno retinico alla luce.
โข il cristallino: assorbe le lunghezze ฤonda tra i 30 ed i 400 nm.
โข la retina: ha diversi meccanismi di difesa: i segmenti esterni dei fotorecettori rilasciano i dischi contenenti fotopigmento, sono cosรฌ eliminate da un’esposizione eccessiva quelle strutture oculari che dalla luce potrebbero subire danni.
Vi sono particolari condizioni in cui vengono a mancare o sono alterati i meccanismi di difesa. Diversi sono in proposito i quadri clinici:
- la retinopatia attinica dei saldatori;
- la retinopatia da esposizione a sorgenti laser;
- la retinopatia da esposizione alla luce del microscopio operatorio;
- la retinopatia da esposizione alle unitร di terapia intensiva neonatale;
- la retinopatia solare.
La retinopatia attinica dei saldatori: la prolungata esposizione alla luce della saldatura ad elettrodo (luce blu) produce tale patologia. I suoi sintomi consistono nelฤพannebbiamento visivo con la formazione di una macchia cieca nel campo visivo (scotoma), nella visione degli oggetti colorati di rosso (eritropsia) e nella riduzione delฤพacuitร visiva fino a 3/10.
La retinopatia da esposizione a sorgenti laser: ฤพutilizzo del laser da parte degli oculisti puรฒ provocare loro una riduzione della capacitร di discriminazione dei colori. ฤฝutilizzo di opportuni filtri oggi riduce di molto tale rischio.
La retinopatia da esposizione alla luce del microscopio operatorio: numerose sono le pubblicazioni che attestano la fototossicitร retinica indotta dal microscopio operatorio in seguito a trattamenti intraoculari. ฤฝintervento alla cataratta รจ quello che presenta i maggiori rischi in tale senso. Giร da tempo ci si รจ attivati per ridurre i rischi per la retina durante gli interventi chirurgici: vengono usate, se possibile, tecniche meno invasive, si adottano lenti intraoculari protettive contro i raggi UV, microscopi operatori con filtri UV.
La retinopatia da esposizione alle unitร di terapia intensiva neonatale: ฤพesposizione dei neonati alla luce delฤพunitร di terapia intensiva neonatale (UTIN) รจ stata associata a problemi visivi acuti. ฤฝesposizione continua alla luce, ฤพadozione di terapie che prevedano ฤพutilizzo supplementare di ossigeno, possono provocare danni retinici ai neonati, vista ฤพimmaturitร delle retine dei bambini di etร inferiore alle 29 settimane.
La retinopatia solare: inizialmente si riteneva che la retinopatia solare fosse dovuta a fotocoagulazione retinica, recenti studi hanno dimostrato che la luce solare produce un aumento della temperatura retinica di soli 4ยฐC, di molto inferiore ai 15 necessari per provocare una fotocoagulazione. La retinopatia solare viene definita anche retinopatia da eclissi solare, poichรฉ la causa piรน frequente รจ la visione delle eclissi senza le adeguate protezioni oculari.
I sintomi riferiti dai pazienti sono solitamente una riduzione delฤพacuitร visiva, uno scotoma centrale, discromatopsia (alterazione della percezione dei colori), fotofobia.
In conclusione possiamo sostenere che esistono delle condizioni soggettive fisiologiche che portano ad una maggiore o minore protezione del singolo verso la luce. Il massimo impegno va posto nella prevenzione, sin dalฤพinfanzia, quando il bambino รจ piรน esposto ai rischi di retinopatia. Questo impegno deve essere ancora piรน costante quando esistono particolari fattori di rischio come, ad esempio, malattie oculari nei familiari o occhi chiari, scarsamente muniti del necessario pigmento protettivo. Le protezioni da adottare sono abbastanza semplici. Prima di tutto occorre usare i cappelli con visiera, poi gli occhiali da sole schermati con lenti idonee, di buona qualitร , atte a bloccare la luce blu, la piรน dannosa per la retina. ร infine necessaria un’adeguata dieta a base di frutta e di verdure per fornire ฤพocchio di una serie di sostanze “proteggenti”, cosiddette antiossidanti, in grado cioรจ di contrastare ฤพinvecchiamento dei tessuti. Tra queste la luteina, le vitamine C ed E.