Dr.ssa E. Viora
Ecografia in gravidanza.
ฤฝecografia tri-dimensionale (3D) รจ una tecnica che prevede ฤพacquisizione di una serie di immagini bidimensionali (2D che รจ ฤพecografia “normale”) riguardanti un volume, nel caso delฤพecografia ostetrica si tratta di un volume del feto o di una parte di esso. (nella foto accanto un feto a 28 settimane). Tale volume viene archiviato e viene studiato utilizzando metodologie diverse (multiplanare, “rendering di superficie” ecc.) a seconda delle informazioni che si vogliono ottenere.
ฤฝecografia ostetrica 3D non ha, allo stato attuale delฤพarte, alcuna utilitร clinica come test di screening in ostetricia, cioรจ per ฤพidentificazione di eventuali patologie del feto. In pratica, non permette di diagnosticare piรน anomalie rispetto allโecografia โtradizionaleโ bidimensionale (2D). Viene utilizzata in situazioni particolari per la valutazione di alcune malformazioni fetali giร diagnosticate con ฤพecografia bidimensionale oppure per chiarire alcuni quadri sospetti.
ร talora utilizzata a scopo “ludico”, senza fornire informazioni specifiche, per visualizzare la faccia o altre parti del feto. Va perรฒ segnalato che per avere una buona immagine รจ indispensabile che il feto sia messo nella posizione adatta, che vi sia sufficiente quantitร di liquido amniotico fra il feto e la parete uterina, che non vi siano anse del cordone ombelicale davanti alla faccia ecc. per cui spesso le immagini ottenute sono deludenti rispetto alle aspettative della coppia che pensa di “vedere” davvero il proprio figlio. Non tutte le donne, inoltre, gradiscono vedere tale immagine.