Ecografia tessutale intraoperatoria

Dr. Andrea Valli

Ľindagine ecografica è ormai una realtà accettata generalmente come metodica innocua, non invasiva, con basso costo di esercizio.

In Neurochirurgia il B-Scan è indicato per una localizzazione ďinsieme della topografia e delle dimensioni delle masse neoplastiche, mentre ľA-Mode risulta utile per ottenere una diagnostica fine di cellularità che in campo operatorio aiuta a valutare con notevole precisione la radicalità di un intervento. A-scan significa studiare ciò che avviene ad un fascio di ultrasuoni molto sottile quando viene inviato nei tessuti umani, mentre il B-scan è una metodica di ricostruzione di immagine con una successione di scansioni monodimensionali ravvicinate, in modo di ricostruire la zona esplorata.

Ľinformazione B-scan è quindi molto simile a quella fornita dalla TAC; la bellezza delle immagini bidimensionali, come tutti siamo ormai soliti apprezzare, è tale da invogliare la classe medica ad utilizzare tale metodica e a perfezionarne sempre più le rappresentazioni grafiche. Considerata questa premessa, sembrerebbe fuori luogo ritornare a prendere in considerazione una metodica che appare superata.

Tuttavia è nostra intenzione spiegare i motivi tecnici di un eventuale rilancio delľA-scan in quanto non è di particolare interesse per noi il rappresentare un’esplorazione dei tessuti con gli ultrasuoni, ma valutare come un fascio di ultrasuoni interagisce con i tessuti stessi.

Ecografia è un termine errato, superficiale, giustificato solo se inteso in modo simbolico per riassumere tutta una serie di fenomeni che avvengono in un tessuto molle alľimpatto con un fascio di onde ultrasonore.Non si può ridurre il problema ecografico tout court al semplice fenomeno delľeco. Una superficie di separazione tra due tessuti riflette ľultrasuono; tale è ľeco classica, da cui deriva il nome della metodica. Non ci si può fermare al solo fenomeno di eco, in quanto ľinterazione ultrasuono-tessuto è molto più complessa.

Il B-scan, puntando ad ottimizzare ľimmagine, perde alcune informazioni relative alla natura del tessuto stesso. Il B-scan esalta ľeffetto di eco di superficie estesa, ben rappresenta topologicamente le diverse strutture organiche, valutandone anche le differenze di reflettività, senza tuttavia aggiungere informazioni tipiche per quanto concerne la struttura tessutale della regione esplorata.

ĽA-scan trae un altro tipo di informazione: perde tutto quanto riguarda la tipologia delľorgano esplorato, ma recupera maggiori particolari sulla natura dei tessuti. Avremo quindi due effetti acustici nei tessuti:

• grandi superfici di separazione fra mezzi a diversa impedenza acustica determinano Riflessione;
• piccole disomogeneità presenti in un mezzo ed organizzazioni di disomogeneità a struttura reticolare, determinano Diffusione.

Su queste basi si fonda il metodo impiegato in questa comunicazione, per poter effettuare la diagnosi differenziale dei tessuti. Studiando la morfologia dei picchi, la loro motilità, la presenza di echi di chiusura, la compressibilità dei tracciati, si è giunti ad una classificazione delle diverse patologie che mostrano quadri simili in presenza di neoformazioni della stessa natura pur in organi diversi.

Possiamo trarre conclusioni di carattere generale: la diagnosi differenziale dei tessuti molli mediante ultrasuoni è possibile con una percentuale di elevata attendibilità. Poter differenziare neoformazioni maligne, benigne ed alterazioni infiammatorie con un metodo non invasivo, non lesivo, utile intraoperatoriamente per permettere una conservazione maggiore di parenchima sano, è indubbiamente ľideale di qualunque metodo diagnostico.

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Dr.
Andrea Valli
CIDIMU Torino
Specializzazione in Oculistica

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