Dr. Mauro Felletti
Teorie delฤพinvecchiamento cognitivo.
Il complesso delle modificazioni biologiche che il cervello subisce con ฤพetร si accompagna ad un calo progressivo delฤพefficienza cognitiva: si inizia ad essere meno reattivi, gli appuntamenti sono piรน difficili da ricordare senza adeguati supporti, si fatica a recuperare nomi e termini mentre si parla. Tutte le funzioni intellettive subiscono unโinvoluzione, ma la letteratura scientifica รจ concorde nelฤพaffermare che la problematica risieda nei processi, ossia nelฤพefficienza dei meccanismi che elaborano ฤพinformazione, mentre non viene inficiata la qualitร delle conoscenze acquisite. In particolare tre sono i fondamentali meccanismi individuati per giustificare il complesso dei cambiamenti che occorrono con ฤพetร :
A. il calo della velocitร di processamento, si diventa piรน lenti nelฤพelaborazione delle informazioni e talvolta si fatica a portare a conclusione un ragionamento;
B. il calo della risorsa mentale, ossia una diminuzione delฤพenergia mentale che puรฒ essere messa al servizio di un determinato compito;
C. la ridotta efficienza dei processi inibitori, con ฤพetร si assisterebbe ad una maggiore difficoltร a mantenere ฤพattenzione sugli stimoli rilevanti e una minore efficienza nel ridurre ฤพinterferenza creata da stimoli irrilevanti.
Nonostante il costrutto delฤพinvecchiamento sia abbastanza condiviso dagli studiosi, diverse ricerche dimostrano che il mantenere in costante attivitร il cervello, sia attraverso attivitร stimolanti di varia natura che con il coinvolgimento nel proprio contesto, permetta di mantenere una buona efficienza cognitiva.
Tuttavia quando le difficoltร percepite iniziano a creare difficoltร nella vita quotidiana รจ consigliabile consultare il Neurologo, che รจ un medico esperto nella valutazione dei disturbi cognitivi. La visita specialistica e gli eventuali esami richiesti, come previsto da specifiche linee guida internazionali, permettono di inquadrare il disturbo, identificando in prima istanza segni latenti, che richiedono un maggiore approfondimento.
La visita specialistica permette di inquadrare i sintomi presentati nella corretta categoria clinica, infatti non sempre le โdimenticanzeโ o la โdisattenzioneโ sono sintomi precursori di patologie dementigene, ma รจ importante conoscere ฤพeziologia della propria difficoltร in modo da intervenire in maniera adeguata e se possibile preventiva.
I quadri neurologici possibili si suddividono in due principali categorie:
declino cognitivo lieve (MCI);
declino cognitivo medio o grave.
Declino cognitivo lieve o Mild Cognitive Impariement
Il concetto di Mild cognitive Impariement si riferisce ad un popolazione di soggetti che non presentano difficoltร di gestione quotidiana, ma hanno difficoltร cognitive (memoria, linguaggio, eccโฆ) che vengono percepite dal paziente e si evidenziano a livello di approfondimento testistico attraverso una prestazione ai limiti o inferiore alla norma in prove specifiche.
Nel corso del tempo si รจ osservato come i quadri di MCI siano tra loro differenti, in particolare sono stati evidenziati tre profili di declino cognitivo lieve:
– MCI con deficit di memoria ed altre funzioni cognitive;
– MCI con deficit in una funzione cognitiva diversa dalla memoria;
– MCI con deficit in diverse funzioni cognitive, ma non la memoria.
Il destino evolutivo dei pazienti che presentano questo quadro clinico non รจ univoco: il tasso di conversione in patologia dementigena o la permanenza in una situazione di lieve difficoltร dipendono dalฤพinterazione di diversi fattori, i cui principali sembrano essere una predisposizione genetica, la presenza di comorbiditร con altre patologie di natura sia internistica (ipertensione , diabete, disendocrinopatie o stress cronico) o di fattori ambientali facilitanti, ma anche di una propria riserva cognitiva accumulato lungo il corso della vita (Stern, 2003).
Riserva cognitiva
Ciascuna persona, a paritร di p a t r i m o n i o n e u r o n a l e , affronterร compiti cognitivi in maniera differente in base alle strategie di elaborazione delle informazioni che utilizza.
Declino cognitivo o Demenza
Il termine demenza racchiude in sรฉ ฤพinsieme delle condizioni cliniche che interferiscono sulle funzioni cognitive creando disturbi della memoria, delฤพattenzione e del linguaggio. La ripercussione di queste difficoltร nella vita quotidiana porta ad una perdita della propria autonomia e, frequentemente, modificazioni della personalitร e della capacitร di relazionarsi con gli altri. Non esiste un solo tipo di demenza, esse di differenziano in base alฤพeziologia (primarie o secondarie ad altre patologie), alla sede lesionale (corticale o sottocorticale) e alle funzioni cognitive coinvolte (specialmente agli esordi). In questa sede ci focalizzeremo sulla distinzione in base alla sede lesionale. Le patologie corticali vedono maggiormente coinvolte le abilitร di linguaggio, il ragionamento, la soluzione di problemi, ฤพapprendimento; mentre quelle sottocorticali interessano funzioni come la vigilanza, ฤพattenzione, la velocitร di elaborazione, la motivazione e ฤพemotivitร .
Fattori di rischio
โฆ etร superiore ai 60 anni;
โฆ predisposizione genetica;
โฆ fumo;
โฆ diabete;
โฆ depressione;
โฆ ipertensione;
โฆ alti livelli di colesterolo nel sangue;
โฆ ipostimolazione intellettuale e sociale
Qui di seguito si cercherร di descrivere brevemente le piรน comuni patologie dementigene.
La malattia di Alzheimer La demenza di Alzheimer si manifesta con lievi problemi di memoria, in particolare quella a breve termine (difficoltร di apprendere e trattenere le informazioni recenti) per poi evolvere in un lento e progressivo decadimento della memoria a lungo termine. I segni comportamentali piรน evidenti sono la perdita di orientamento in luoghi famigliari, la difficoltร a seguire indicazioni precise, il disorientamento rispetto il tempo, le persone e i luoghi e la trascuratezza personale. Il decorso della malattia รจ abbastanza lungo 8-10 anni, ma lungo questo asse temporale si osserva una progressiva modificazione delle difficoltร cognitive e una perdita delle autonomie personali.
La demenza vascolare La demenza vascolare รจ una forma di deficit cognitivo determinata dalฤพalterazione della circolazione sanguigna cerebrale conseguente ad eventi acuti (ictus o emorragia) o patologie croniche vascolari. Le manifestazioni cognitive e comportamentali associate possono variare in base alla sede lesionale. La loro insorgenza puรฒ essere improvvisa (come avviene dopo un ictus) oppure lenta e caratterizzata da peggioramento progressivo (ad es., in caso di micro-ictus ripetuti o in presenza di aterosclerosi diffusa).
UNA PRESA IN CARICO INTEGRATA La visita specialistica permette di analizzare la problematica presentata sia da un punto di vista organico che funzionale. Le figure professionali coinvolte sono il medico Neurologo, lo psicologo con una formazione in Neuropsicologia e il Neuroradiologo.
La visita neurologica deve sempre essere considerata il passo iniziale, lo specialista Neurologo si pone come coordinatore delฤพintervento diagnostico, avvalendosi delle altre professionalitร dal Cardiologo al Dietologo: รจ acquisizione degli ultimi anni, ฤพimportanza della valutazione delฤพigiene alimentare soprattutto nella valutazione di una correlazione tra le caratteristiche della dieta e ฤพinsorgenza dei disturbi della memoria e delฤพattenzione. A questo proposito il neurologo esperto nelle patologie dementigene, diventa il medico dello stress inteso sia in senso psicologico/psichiatrico che metabolico/nutrizionale, coordinando un piano ฤintervento per modificare in senso positivo lo stress ossidativo e le sue dannose conseguenze. La correzione degli elementi sopra riportati rappresenta un importante misura di prevenzione e cura a partire dai 40 anni. La valutazione neuropsicologica รจ destinata ad accertare ฤพefficienza intellettiva ed in particolare ad individuare eventuali difficoltร in prestazioni cognitive quali memoria, attenzione, linguaggio, orientamento spazio-temporale, esplorazione dello spazio o altre abilitร visuo-spaziali. In base ai risultati delฤพesame neuro-cognitivo รจ possibile analizzare il profilo cognitivo del paziente per verificare la presenza di un decadimento delle funzioni intellettive e, soprattutto, identificare il profilo qualitativo e quantitativo di compromissione mettendo per esempio in luce aree di maggiore o minore efficienza.
Le indagini morfologico-strutturali basate su metodiche neuroradiologiche come la TAC e la RMN delฤพencefalo, sono necessarie per escludere altre possibili alternative eziologiche (come affezioni focali o diffuse delฤพencefalo) e nella loro capacitร di identificare condizioni potenzialmente trattabili (valga per tutte il caso delฤพidrocefalo normotensivo).
ฤฝapprofondimento genetico permette di individuare eventuali geni coinvolti: studi recenti hanno reso possibile la differenziazione delle tipologia di quadro dementigeno e una possibile ipotesi sulla progressione in base alla mutazione genetiche specifiche. ฤฝintegrazione delle analisi condotte dai vari specialisti permettono di avere un quadro clinico maggiormente definito che favorisce sia la discriminazione tra forme di declino lieve e grave sia ฤพindividuazione delle funzioni cognitive maggiormente inficiate.
Inoltre, informazioni dettagliate permettono di individuare il trattamento piรน adeguato per la sintomatologia presentata.
Al CIDIMU รจ presente un gruppo di studio e di lavoro dedicato a questi disturbi il โCentro della memoria e dei disturbi cognitiviโ che si avvale della multiprofessionalitร e degli strumenti sia clinico-laboratoristici, compresa nei casi dubbi ฤพindagine genetica, che di Imaging per la presa in carico, dalla definizione diagnostica fino al progetto riabilitativo della funzione compromessa, della persona che si presenta per accertare ฤพentitร del suo disturbo.