Dr.ssa Paola Mora
Una manifestazione allergica particolarmente frequente in primavera, tra gli abitanti delle aree urbane.
La pollinosi comprende tutte le manifestazioni cliniche che si presentano con periodicità stagionale, durante il periodo delľimpollinazione in soggetti divenuti specificatamente sensibili ai pollini di determinate famiglie di piante.
Approssimativamente si può dire che in Italia almeno il 5% (oltre due milioni di persone) della popolazione presenta sintomi di pollinosi.
La pollinosi inizia più frequentemente nel 2°-3°decennio di vita, ma è frequente anche nelľinfanzia, senza significativa differenza tra i due sessi.
Numerosi studi dimostrano che soggetti con anamnesi positiva per pollinosi e non curati presentano un rischio nettamente più elevato di sensibilizzazione successiva ad altri allergeni. La pollinosi risulta più frequente in primavera e tra gli abitanti delle aree urbane. La frequenza della pollinosi tra gli abitanti delle città rispetto a quelli delle zone agricole è in parte dovuta alľazione predisponente degli inquinamenti atmosferici, che svolgono un’azione irritante aspecifica sulle mucose delle vie respiratorie, ma potrebbe anche essere dovuta a una sorta di tolleranza immunologica acquisita che si viene a determinare in soggetti esposti fino dalla nascita ad alte concentrazioni di polline.
I fattori eziologici sono rappresentati dagli allergeni dei pollini. I pollini che rivestono maggiore importanza clinica in Italia sono quelli delle piante erbacee, cioè delle graminacee, delle urticacee e delle composite nonché di alcune piante arboree (Olaeacee, Betullacee, Cupressacee, Salicacce, Platanacee, Fagacee ecc.).
Le Graminacee rappresentano la famiglia botanica più diffusa e comprendono varie specie prative, coltivate (frumento, granoturco, segale, orzo, etc.) o spontanee (gramigna, lolium, etc.), presenti in tutti i continenti, nei terreni coltivati, nelle praterie, nei pascoli, nei terreni incolti ed anche nelle aree urbane, ai margini delle strade. La fioritura delle graminacee, pur con qualche differenza nelle singole specie, inizia in genere in aprile, raggiungendo la massima intensità nei mesi di maggio e giugno, per poi decrescere e cessare nei mesi successivi; una ripresa della fioritura, di minore entità, si verifica in corrispondenza delle piogge di fine estate e di inizio delľautunno.
Le Urticacee rivestono importanza allergologica quasi esclusivamente per il genere Parietaria costituito da piante erbacee che crescono soprattutto sui muri e sulle rupi, molto diffuse in vari paesi europei ed extraeuropei, ma soprattutto in quelli mediterranei.
La parietaria si trova assai diffusamente in Italia, in particolare nelle regioni centro–meridionali al di sotto dei 1000 metri di altitudine ed in Liguria, regione tipicamente mediterranea. É conosciuta con molti nomi: “erba vetriola”, “gamba rossa”, “erba corona” e “palatana”, ecc.. La fioritura è pressoché perenne nelľItalia meridionale ed insulare; in Italia settentrionale occorre in media da aprile e settembre.
Le Composite o asteracee (assenzio selvatico, margherite dei prati, girasoli, ecc.. ) fioriscono essenzialmente nel periodo estivo-autunnale. In Italia si trovano oltre 600 specie di composite, in parte come flora spontanea, in parte come piante coltivate. Le specie in grado di dare luogo ad una sensibilizzazione di tipo allergico sono, tuttavia, relativamente poche. Il genere di maggior importanza allergologica è costituito dalľArtemisia.
Per quanto riguarda le piante arboree, le Oliacee (olivo, frassino) e le Betullacee (betulla, ontano) sono quelle di maggior interesse allergologico in Italia. In particolare, i pollini di olivo sono responsabili di frequenti sensibilizzazioni nelľItalia centro-meridionale ed in Liguria.
Il nocciolo è molto diffuso in Piemonte; la produzione dei pollini è molto precoce (tra gennaio e marzo) e molto abbondante. Il polline del nocciolo può preparare le mucose delle vie aeree alla successiva aggressione ad opera del polline di betulla col quale presenta “cross-reattività”.
Il periodo di fioritura delle singole specie è abbastanza costante in una stessa località con limitate variazioni a seconda delľandamento climatico stagionale. Differenze piuttosto notevoli si osservano, invece, nelle diverse regioni italiane, in rapporto al clima ed alľaltitudine; infatti la fioritura è in genere ritardata nelle regioni settentrionali e nelle zone montane.