7 MARZO 2024
Pubblicato da GRUPPO CIDIMU

Dr. Stefania Motta

Nelľottica di un approccio integrato al paziente, che lo prenda in carico nella sua totalità e nella collaborazione tra le differenti discipline, il neurologo – a sua volta su segnalazione del medico di base, del geriatra o di altri specialisti – può avvalersi di un ulteriore strumento diagnostico e riabilitativo: ľesame e il trattamento neuropsicologico. Ľarea di studio e intervento della neuropsicologia consiste infatti nelľanalisi delle modalità di funzionamento, fisiologiche e patologiche, dei processi cognitivi della mente e delle peculiarità delle diverse funzioni intellettive legate alle differenti aree cerebrali.

La valutazione neuropsicologica, effettuata dal neuropsicologo (psicologo specializzato in tale disciplina), consiste, dunque, nella misurazione delle facoltà cognitive del paziente, attraverso la somministrazione di una serie di test specifici atti a mettere in risalto il suo livello di performance nei differenti settori in cui può essere suddivisa ľattività mentale. Saranno quindi misurati ľattenzione, funzione eterogenea e complessa, che – nelle sue diverse accezioni di attenzione sostenuta, selettiva e divisa – risulta premessa indispensabile in tutti i processi cognitivi; la memoria a breve e lungo termine, esplicita e implicita, verbale e visuo-spaziale; le modalità e il funzionamento dei processi di apprendimento; le capacità visuo-spaziali, ovvero le modalità di orientamento nello spazio, di riconoscimento di figure e di volti; il linguaggio, nella sua duplice funzione di produzione e comprensione linguistica; le funzioni prassiche, ovvero le capacità di apprendere e di eseguire attività motorie complesse e, infine, le funzioni esecutive, le capacità cioè di categorizzazione, di ragionamento e di astrazione.
Tali funzioni possono subire infatti un deterioramento più o meno significativo in seguito a diverse patologie, dal trauma cranio-encefalico, alle patologie cerebro-vascolari, alle demenze corticali e sottocorticali, alle patologie degenerative del sistema nervoso e, infine, al declino fisiologico legato alľinvecchiamento. Senza dimenticare la fondamentale interazione tra le funzioni intellettive e lo stato emotivo-affettivo del paziente, la cui performance risentirà inevitabilmente di condizioni di ansia, stress o depressione, acute o croniche, legate o meno al momento della prova. Compito del neuropsicologo sarà di riconoscere la presenza di tali condizioni e di misurare la loro portata nelľeziologia di un deficit intellettivo, nonché di valutare insieme al paziente la possibilità e le modalità di un eventuale intervento di sostegno psicologico.
Ľesame neuropsicologico evidenzierà, dunque, se e quali settori cognitivi siano stati coinvolti nel processo patologico, ľentità del danno dal punto di vista funzionale e le capacità e risorse residue del paziente, fornendo un quadro completo e documentato della situazione cognitiva del paziente in un dato momento della patologia in atto. Si potrà quindi distinguere – ad esempio nel caso delle patologie legate alľinvecchiamento – il peggioramento fisiologico, tipico delľetà, di alcune facoltà, dal declino mentale lieve e dalla demenza vera e propria, e monitorare attraverso il follow up ľevoluzione del paziente con il passare del tempo.

A seguito della valutazione neuropsicologica potrà essere offerto al paziente un trattamento riabilitativo, atto al recupero – ove possibile – delle funzioni danneggiate e/o alľincremento e alľutilizzo strategico delle risorse residue in modo da compensare la perdita. Questo consiste in una serie di sedute a cadenza stabilita nelle quali il paziente viene stimolato alľuso di determinate funzioni attraverso esercizi "carta e matita" o con ľausilio di un software.
II ruolo del neuropsicologo, inoltre, consiste anche nelľoffrire al paziente e/o ai familiari un sostegno psicologico per affrontare e gestire al meglio la patologia.

Nelľambito della psicologia delľetà evolutiva, infine, la neuropsicologia si rivolge anche al campo, particolarmente attuale, dei disturbi delľapprendimento, sia generici, ovvero legati a problemi di attenzione e di memoria, sia specifici, quali la dislessia, la disortografia e la discalculia, ovvero la difficoltà legate alla lettura, alla scrittura e ai procedimenti di calcolo, offrendo la possibilità di una valutazione precoce e dettagliata del disturbo, tale da consentire un intervento mirato atto a sostenere il bambino e a metterlo in condizione di poter partecipare pienamente alle attività scolastiche.