7 MARZO 2024
Pubblicato da GRUPPO CIDIMU

E' ormai accertato che ai nostri pazienti sovente viene richiesta una urocoltura senza una indicazione appropriata, oppure ricevono una terapia antibiotica non necessaria per una interpretazione non corretta delle analisi delle urine.
Su J. Emerg. Med. (2016; 51 1 : 25-30) è stato recentemente pubblicato un interessante e provocatorio articolo che analizza e corregge i 10 miti più comuni ed errati sulla diagnosi ed il trattamento delle infezioni delle vie urinarie, cistiti e quant'altro. Vista la diffusione di questa patologia mi sembra utile e pratico riassumere le considerazioni conclusive degli Autori.
– Il colore, la torbidità, il cattivo odore delle urine non devfono essere esate da sole per porre diagnosi o per iniziare una terapia antibiotica in nessun tipo di paziente.
– La presenza di batteri nelle urine all'esame microscopico o in una urocoltura senza sintomi di infezione urinaria (aumento del numero delle minzioni con bruciori minzionali, tracce di sangue, febbre) non è una indicazione ad una immediata terapia antibiotica per la possibilità di contaminazione del campione e per la cosiddetta batteriuria asintomatica.
– Nel dubbio di contaminazione del campione di urina, l'analisi dovrebbe se possibile essere ripetuta.
– Un'analisi dell'urina positiva per la esterasi leucocitaria (Test rapido per identificare la presenza di globuli bianchi nel campione) non può essere usata da sola per supportare una diagnosi di infezione urinaria.
– La presenza di nitrati nel campione (Test rapido per identificare la presenza di batteri) non può essere usata da sola per la diagnosi di infezione urinaria o per iniziare una terapia antibiotica in nessun tipo di paziente: è necessaria la presenza di segni clinici o sintomi di infezione urinaria.
– La presenza di batteri o di globuli boanchi nelle urine dei pazienti portatori di catetere deve essere trattata solo in presenza di segni o sintomi di infezione urinaria.
– La presenza di batteri nelle urine da sola (batteriuria asintomatica) non stabilisce diagnosi di infezione urinaria; non si deve iniziare una terapia antobiotica nei pazienti asintomatici.
Alcune eccezioni includono gravidanza e qualunque procedura urologica con possibilità di sanguinamento.
La batteriuria asintomatica non è associata con evoluzione a lungo termine in pielonefrite, sepsi, insufficienza renale, ipertensione.
– Nell'anziano le alterazioni dello stato mentale sono causate da molti fattori, non solo dalle infezioni irinarie.
– La presenza di Candida nelle urine dei pazienti portatori di catetere è comune e sovente riflette colonizzazione o infezione asintomatica. terapia solo in caso di segni o sintomi di infezione e in assenza di possibili altre fonti. Isolamento di Candida nelle urine di pazienti non portatori di catetere può dipendere da contaminazione vaginale o esterna. terapia antimicotica solo in caso di esame sicuramente corretto in paziente sintomatico.
Se queste poche norme possono essere utili in particolare per gli addetti ai lavori, per tutti sono indispensabili alcune considerazioni:
– l'abuso della terapia antibiotica genera potenziali effetti collaterali importanti e seleziona ceppi batterici sempre più resistenti
– la batteriuria asintomatica è sovente ipertrattata
– gli antibiotici sono dei farmaci preziosi, non dei sintomatici.
Grazie per la vostra paziente lettura.

Prof. Gabriele Fontana